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St.Croix Avid X AXC70MF….. la regina delle hardbaits

Pochi mesi fa anche noi italiani abbiamo potuto mettere le masi sulle nuove St.Croix Avid X. Questa serie non va a sostituire la famosissima St.Croix Avid Series che ha fatto innamorare centinaia di pescatori, ma la affianca, offrendo un’alternativa innovativa e tecnologicamente più “moderna” della serie precedente.

St.Croix Avid X Casting

Già da tempo ero alla ricerca di una canna piuttosto polivalente, avevo bisogno di qualcosa per gestire tutte quelle medio/piccole hardbait di cui sono piene le mie scatole e con le quali non so mai bene che canna utilizzare. Dopo aver letto la breve presentazione a questo link: https://t2distribution.wordpress.com/2014/12/23/st-croix-avid-x-rompere-con-la-tradizione/  ho iniziato a sfogliare il catalogo St.Croix e ho deciso di ordinare il modello AXC70MF. La sigla sta per Avid X Casting 7′ di lunghezza, Medium Power ed Azione Fast. Possedevo già alcune St.Croix Avid Series e conoscevo bene il Carbonio SCIII con le quali sono costruite, ma il lavoro fatto sulle St.Croix Avid X mi ha reso curioso da subito e morivo dalla voglia di provarle. La prima cosa che salta all’occhio è il manico splittato su tutti i modelli,sia da spinning che da casting, ed il nuovo look grigio canna di fucile del blank con rifiniture Verde Acido (personalmente molto accattivante); ma tralasciando l’aspetto estetico l’innovazione principale sono le Micro-Guide Zirconia Ring.

St.Croix Avid X handle

Come è facilmente intuibile le Micro-Guide sono un’anellatura più piccola di quella classica, con una conseguente diminuzione del peso complessivo della canna ed una maggiore reattività del Blank; non meno importante è il fatto che avendo un diametro minore, il filo al loro interno ha meno sfarfallamento (se mi concedete il termine), ovvero rimane più lineare sia in fase di lancio che di recupero, permettendo lanci più lunghi e maggior controllo dell’esca. La differenza che da subito ho percepito è nelle propagazione delle vibrazioni, ovvero recuperando per esempio un crankbait o un jerkbait si ha l’esatta sensazione di come si stia muovendo in acqua, riuscendo a capire con più facilità la differenza di movimento di un’esca tra recuperi a diverse velocità. Il modello da me scelto si è rivelato adatto per l’utilizzo di diverse tipologie di esche.

St.Croix Avid X casting

Ha un casting Weight di 5/8 oz, quindi circa 18 grammi, e quelle a mio avviso che gestisce meglio sono i Crank, Shallow o Medium Runner, con profondità fino al 1.5m circa, e jerk fino alla 1/2 oz di peso, ed è per questi tipo di esche che l’ho voluta. Usando queste tipologie di crank la canna non si affatica affatto, la curvatura asseconda molto bene la resistenza che oppongo non risultando sforzata e stancante.

Damiki Shadow Tail

Naturalmente una volta presa nelle mani ho voluto provare anche altre tipologie di esche come lo spinnerbait, risultando perfetta per quelli sui 3/8 oz di peso più trailer (Black Flagg BackDrop Spinnerbait o il nuovo Black Flagg FNSS Spinnerbait) la sensibilità è eccezionale, con una leggera jerkata si entra da subito in pesca e con un pò di pratica si sentono anche le oscillazioni delle palette in caduta, discorso analogo per i lipless.

Black Flagg FNSS Spinnerbait

Con l’arrivo poi della stagione estiva son passato anche alle tecniche top water, Popper e WTD per la precisione (come il Damiki Dolphin 90, Damiki D-Pop, DUO Realis Pencil 85 e DUO Realis Pencil 110, Duo Realis Popper e DUO Realis Shinmushi) riscontrando la giusta reattività in fase di ferrata e una dolce ma sicura potenza durante la fase di combattimento del pesce, con davvero pochissime slamate e tanti pesci portati davanti all’obbiettivo. La canna rimane inoltre molto leggera in mano, dopo diverse ore di attività non affatica mai il braccio permettendo una battuta di pesca anche di molte ore no stop.

Damiki Dolphin 90

Le sensazioni che mi ha lasciato sono quindi molto positive, si ha da subito l’idea di star usando una canna si leggera, ma molto affidabile anche con pesci di bella taglia, e dalla sensibilità davvero fuori dal comune! Del resto St.Croix ci ha abituato molto bene e sta continuando a farlo offrendoci dei modelli sempre più performanti e tecnologici!

DUO Realis Pencil 110

Giacomo Pozzi
Black Flagg Syndicate

Light Rock (Trout) Fishing

Reins Hog Tiny brown trout

Ogni tanto mi entra qualche tarlo in testa, un’idea strana. Dapprima solo come un pensiero vago ed indistinto che piano piano prende sempre corpo fino a diventare un’ossessione.
Quest’anno è toccato alla Trota in torrente. Alcune belle foto viste in rete hanno “acceso la miccia” che piano piano ha iniziato a bruciare fino ad esplodere.

T2 Tribe trout fishing

Dal mare, mio solito ambiente di pesca, al torrente il salto è enorme sia dal punto di vista dell’approccio che dell’attrezzatura. Già, l’attrezzatura… è il primo problema che mi trovo ad affrontare. Come regolarmi? Vale la pena acquistare, magari per una sola uscita in tutta la stagione del materiale specifico? Alla fine la soluzione è a portata di mano… perché non sfruttare il materiale che normalmente utilizzo per il Light Saltwater Game?

Controllo in garage per vedere come posso arrangiarmi…
Filo… tra le varie soluzioni a disposizione quella che reputo più idonea alle “esigenze torrentizie” è senz’altro il fluorocarbon diretto. Nelle uscite a Light Saltwater Game, ho avuto modo di conoscere ed apprezzare il T.O.W. FNSS Fluorocarbon; testato e “stressato” tra pietre e scogli si è sempre comportato egregiamente e si è conquistato la mia fiducia! Tenuta al nodo e all’abrasione fenomenali, lanci tra pietre e legni veramente senza paura!!!

TOW_FNSS-Fluorocarbon_whiteEsche… il torrente che ho in mente, come la maggior parte di quelli nella mia regione, è molto piccolo e caratterizzato da buche non molto ampie dove l’impiego di Cucchiaini rotanti e Minnow è veramente molto molto difficoltoso. Quindi ripiego su Jighead e Micro softbaits!!! Ok, ma quali?
Per quanto riguarda le Jighead la scelta è vasta. Personalmente preferisco le Black Flagg LG Ballheadz: affilate, resistenti e dal costo contenuto (aspetto di primaria importanza quando si pesca in ambienti dove è facile incagliare).

BF_Light-Game-Specific-jighead_logo

Come sappiamo ne esistano tre versioni:

Black Flagg LG Darting Headz: la tipica forma a tronco di cono di questa Jighead consente all’esca di avere, durante il recupero, un movimento molto “schizofrenico” con secchi scarti laterali molto adescanti.

Black Flagg LG Bullet Jig: dalla forma a proiettile sono Jighead specifiche per “esaltare” l’azione swimming di determinate esche. Assolutamente letali per innescare piccoli soft shad o comunque tutte quelle esche che fanno del nuoto la loro carta vincente.

Black Flagg LG Ballheadz: il più classico dei classici. La forma tonda della testina, oltre che ad adattarsi a tutte le esche ed a tutti gli inneschi, è meno facile da incagliare.

E’ proprio questa ultima carattetristica che mi ha fatto optare per questa versione.

Scelta la testina cosa innesco? Come insegna Wikipedia la Trota fario (Salmo trutta)E’ un predatore voracissimo e si può dire che divori qualunque animale possa inghiottire, dagli insetti ai crostacei, ai pesci, anche trote più piccole, ai topi ed alle rane”. Perché non utilizzare i piccoli gamberi di Reins che già belle soddisfazioni mi han dato a Scorfani

(https://t2distribution.wordpress.com/2013/07/15/a-scorfani-con-reins/

https://t2distribution.wordpress.com/2014/08/27/light-rock-fishing-in-estate-damiki-air-craw-2/ )?

Reins Hog TinyMa alla fine? Devo dire che le scelte hanno dato ottimi risultati in pesca, facendomi fare numerose catture con qualche pesce veramente bello! Perlopiù catturate in buche, nelle correnti di uscita delle buche o nei giri di corrento dietro a qualche sasso.

Reins Hog Tiny trota fario

Sono estremamente soddisfatto e deciso a sperimentare ancora questa nuova (per me) pesca! Tanto che sto pensando di acquistare una canna specifica.
In effetti l’unico tasto dolente è stata la canna impiegata. Seppur perfetta come Casting Weight e azione, i suoi 7’4” sono un po’ troppi per muoversi agilmente negli spazi ristretti del torrente.

reins ax craw mini

Sono diverse, nella produzione St. Croix le canne che ho già adocchiato, Trout Series TSS64LF2 e Avid Series AVS60LF in primis… ne risentirete parlare prossimamente!!!

T2 Tribe trota

Certamente non voglio passare il messaggio che sia un ambiente “facile”, tutt’altro, ma credo che, pur in assenza di competenze specifiche, con un po’ di buona voltà il torrente sia alla portata di tutti. E se ci sono riuscito io…

T2 Distribution trota

Alla prossima!
Luca Lorenzini
T2 Tribe.

 

Salento on the (Light) rock…..

Ormai quando organizzo un viaggetto sto sempre ben attento a lasciare un pò di posto per il minimo necessario per una pescatina veloce, bastano davvero un marsupietto con un po di minuteria varia ed una decina di buste di gomma per poter affrontare spot e predatori diversi sia in acqua salata che dolce….è così che quel poco spazio a disposizione è sempre riservato alla mia fedelissima due pezzi: la Reins Aji Ringer Raz 7’2’’ UL

Reins RAZ Solid Tip

Quest’ultimo weekend mi ha portato lontano dal mio amato/odiato Adriatico romagnolo verso le coste ioniche della Puglia, non vi ero mai stato prima, ma le foto ed i racconti di alcuni amici salentini mi avevano preparato ad un ambiente totalmente differente da quello che trovo solitamente nelle mie zone, e sicuramente notevolmente più invidiabile.

Sapevo di avere soltanto uno spezzone di pomeriggio da dedicare alla cattura di qualche nuova specie ed ho deciso di passarlo nella bellissima cornice della Perla dello Ionio, Gallipoli.
Tutta la città vecchia è situata su una piccola isola calcarea circondata da scogliere sia naturali che artificiali e da un mare da far invidia a mete molto più blasonate o esotiche.

Black Flagg Syndicate Salento

La preda che desideravo maggiormente era lo Scorfano (Scorphaena scrofa), ma non ne avrei naturalmente disdegnata qualsiasi altra non presente nelle mie zone.
Ho optato da subito per una montatura Light Texas rig (amo Vanfook Worm 35B #6, Black Flagg Leadd Sinkerz da 1/8 oz ) per poter scendere anche negli anfratti più bui e profondi tra le scogliere; ed è proprio in questi ambienti, rispetto alle acque leggermente più aperte, nei quali ho sentito già dai primi lanci il maggior numero di attacchi.

Reins Hog Tiny

Come esca ho optato per il Reins Hog Tiny 2″, le sue appendici e codine muovono più acqua rispetto ad un esca dritta e ne rallentano la discesa risultando perciò catturante anche in fase di affondamento; la colorazione #310 Stawberry mi è sembrata da subito molto apprezzata, sono infatti bastati pochi minuti per avere all’amo la prima preda…un discreto Ghiozzo paganello (Gobius paganellus)…ironia della sorte proprio quello che “infesta” le acque di casa mia…continuo comunque fiducioso e di fatti alla seconda mangiata arriva il primo Scorfanotto squamoso (Scorphaena maderensis)!!!

Reins Hog Tiny scorfano

Nonostante le ridotte dimensioni capisco subito che è una preda molto “scomoda”!!! Ha forza e velocità e stanarlo da diversi metri d’acqua tra piccoli anfratti rocciosi non è affatto semplice, per fortuna il T.O.W. Fnss Fluorocarbon da 6 lb sopporta adeguatamente gli sfregamenti sulle rocce e mi permette di osare di più rispetto ad un comune nylon.

T.O.W. Fnss Fluorocarbon

Le catture si susseguono abbastanza regolari, porto alla luce diversi Scorfanotti (Scorphaena maderensis) di piccole dimensioni con delle colorazioni davvero stupende, aspettando solo qualche esemplare più “cicciotello”.

Reins RAZ scorfanottoL’acqua appena fuori dagli scogli è di un limpido incredibile, vedo lavorare l’esca a diversi metri di profondità e cerco di farla arrivare nelle fessure tra gli scogli sommersi, una piccola pausa, qualche saltello e sento una bella mangiata, più decisa delle precedenti…in ferrata la canna si piega e sento il peso di un esemplare più importante…il combattimento dura alcuni secondi, in questi ambienti non bisogna lasciare neanche un centimetro di filo al pesce o si rischia di perderlo e così, con un po’ fortuna, riesco a stanare uno Scorfano (Scorphaena scrofa) decisamente più bello dei precedenti!!!

Reins Hog Tiny scorfano

Ha una colorazione diversa ma è comunque bellissimo e dopo un paio di veloci foto sono contento di rilasciarlo alle sue acque!!!

Reins scorfano

Ormai il tempo a disposizione stava finendo e sarei già contento di come stava andando e mi avvio di nuovo verso la città vecchia, gli ultimi tre lanci prima di andare e “sbam”!!!! Una gran botta ed a farmi visita questo volta è una bella Cerniotta bruna (Ephinepelus guaza)…anche lei inedita tra le mie catture!!!

Reins Hog Tiny cernia

Le poche ore a mia disposizione mi fan lasciare lo spot con tanta voglia di continuare e tanta voglia di scoprire cosa nascondono queste bellissime acque, ma il Light Rock Fishing è anche questo, un modo semplice, veloce e divertente di vivere la nostra passione in qualsiasi posto abitato da predatori di scogliera e non!! Un ultimo selfie per far invidia a qualche amico Romagnolo e si torna a casa, sperando di tornare presto in questo “paradiso”

Black Flagg Syndicate

Giacomo Pozzi
Black Flagg Syndicate

Damiki Bing 1.5″…. piccola esca grandi soddisfazioni

L’esca che recensirò oggi è una nuova soft bait di Damiki, il Bing da 1.5″.

Si tratta di un piccolo pesciolino di gomma, disponibile in Italia in 6 colori: Pink Panther, Green, Glow, Mango, Cream White e Orange Silver.

Ecco l’esca nella versione Green

FOTO 1 BLOG

Si tratta di un pesciolino dalla sezione piatta, schiacciata, dal corpo cavo e dalla coda piatta.

La coda quindi non si muoverà come la coda di uno shad con il recupero lineare, ma darà mobilità all’esca durante le jerkate.

Gli occhi non sono disegnati ma sono di materiale plastico più duro.

Sulla busta, che contiene ben 20 pezzi, viene specificato un peso di 0,7 grammi dell’esca.
Per quanto riguarda gli inneschi a cui si presta, io ho pescato esclusivamente con il tipo di innesco secondo la mia opinione migliore per questa esca, il Jighead rig.

Per quanto riguarda gli altri inneschi penso che possano avere ottime potenzialità il Drop shot e lo Split shot, ma non li ho provati personalmente, perché li ritengo più adatti ad esche con sezione circolare o comunque più regolare.
Il Damiki Bing 1.5″ è quindi perfetto per la pesca a Jighead e si presta ad essere utilizzato in questo modo nei più svariati ambienti..

Ovviamente a seconda del pesce che andremo ad insidiare utilizzeremo testine dal peso differente.
In FW l’ho provato a Trote, nei suoi colori più accesi, sia in torrente sia in laghetto..

FOTO 2 BLOG

In mare invece le Spigole (Dicentrarchus labrax) sono secondo me il bersaglio più adatto per questa esca….

Per questo predatore consiglio un abbinamento a una testina leggera, massimo 3,5 grammi, e un recupero abbastanza frenetico ma lento, fatto di jerkatine continue. Ovviamente più sarà leggera la testina più riusciremo a recuperare lentamente, ma il tutto va commisurato anche all’ambiente in cui peschiamo.

FOTO 3 BLOG

….a volte possono capitare anche Spigole che proprio spigolette non sono…

FOTO 4 BLOG

Questa super cattura è la prova che non sempre i pesci grossi mangiano su esche grandi. Il Damiki Bing 1.5″ è un girino in confronto a questa Spigola, ma in ogni caso è riuscito ad attirare la sua attenzione.

Questo perché capita che le grosse Spigole caccino piccoli pesci; in ogni caso questa cattura si può considerare un grande colpo di fortuna, non certo la regola.
Altra preda del Damiki Bing 1.5″ è il Sugarello (Trachurus trachurus), che però deve ovviamente essere insidiato con testine piombate più leggere…

FOTO 5 BLOG

Cambiando lo stile di pesca si possono insidiare anche pesci che sono soliti cibarsi vicino al fondo, come le Mormore (Lithognathus mormyrus), sempre attive in questo periodo dell’anno

FOTO 6 BLOG

…e i grossi Ghiozzi testoni (Gobius cobitis), che cacciano i pesciolini che passano davanti alle loro tane

FOTO 7 BLOG

Manca all’appello soltanto lo Scorfano (Scorphaena scrofa), che ovviamente apprezza qualsiasi tipologia di esca in gomma, tra cui anche il Damiki Bing 1.5″. Vista però la sua predilezione per esche più allungate, oppure più a forma di crostaceo, non mi sento di consigliare il Damiki Bing 1.5″ per mirare specificamente a questo pesce.

In conclusione si può dire che il Damiki Bing 1.5″ sia un’esca estremamente duttile, nonostante la sua forma non ci consenta di praticare molte tipologie di innesco.

I pesci insidiabili sono praticamente tutti; la difficoltà sta nel capire quanto piombare l’esca a seconda della situazione e del tipo di pesce che si vorrà cercare.

Marco “Rollingstoner” Bozzo
T2 Tribe.

 

LIGHT ROCKFISHING E MICRO TEXAS RIG

Reins Light Rock Fishing Il Light Saltwater Game è una tecnica ancora giovane e in continua evoluzione, per questo accoglie spesso accorgimenti e contaminazioni da altre tecniche ben più note e praticate. In un contesto dove tutto diventa esile, leggero, compatto e micro gli angler hanno trovato terreno fertile nell’applicazione di montature a loro già familiari ovviamente in un’ottica molto ridimensionata. Il primo approccio è stato quasi all’unisono semplice e diretto, la Jighead con esca siliconica è stata probabilmente fedele compagna di chi si avvicinava e si avvicina tutt’ora a questa pesca, tuttavia contemporaneamente il problema dei continui incagli ha creato grosse difficoltà soprattutto ad affrontare determinati ambienti. Lo step successivo è quasi sempre ricorrere a soluzioni economiche “fai da te” con ami e piombi spaccati pinzati all’estremità degli ami, per i più industriosi stampi e micro fabbriche di testine piombate ma ciò non risolve il problema, incagli, incagli, incagli e continue interruzioni. Un approccio che invece paga e che ha rivoluzionato il mio modo di pescare è quello ad amo coperto, ami Offset di dimensioni ridotte e Piombo a proiettile, più semplicemente il Texas rig. Vediamo le componenti della montatura nel dettaglio: AMO : Vanfook Worm 35 B flat black Specifici per il Light-game, sono disponibili in tre misure #2 #4 #6 , hanno un elevato potere penetrante, sezione molto sottile e allo stesso tempo sono molto robusti. L’ardiglione in questi ami è davvero ben studiato e geometricamente conformato allo scopo, un utile accorgimento è quello di schiacciarlo anche solo parzialmente con delle pinze in modo da poter praticare un corretto C&R delle piccole prede evitandogli manipolazioni e slamature difficoltose. Vanfook Worm 35B PIOMBO: Black Flagg Lead SNKRZ. La piombatura è fondamentale per far lavorare la nostra montatura a stretto contatto con il fondo. La forma a proiettile dei piombi Black Flagg non è certamente una novità, ma la disponibilità di grammature adeguate a presentazioni ultralight a prezzo contenuto forse si. Personalmente la grammatura che preferisco e che utilizzo più frequentemente è 1/16 di oz , solo in caso di forte corrente o profondità superiori ai 4-5 metri ricorro a 1/8 di oz. Per quanto riguarda lo stopper sul filo per bloccare lo scorrimento della zavorra esistono pro e contro.                                        Utile e quasi indispensabile quando peschiamo in buca per far rotolare negli anfratti più profondi l’intera montatura come un corpo unico risulta altresì meno vantaggioso sulla verticale delle murate portuali. Lasciare libero di scorrere il filo spesso porta ad evitare il rifiuto dell’esca soprattutto se si parla di piccole prede, il peso fisso infatti non consente di aspirare l’esca dopo il primo attacco. Una soluzione intermedia con lo stopper posizionato a qualche centimetro dall’amo a volte fa la differenza tra sentire solo delle mangiate e assestare molteplici strike. Black Flagg Leadd Sinkkrz FILO: T.O.W. FNSS Fluorocarbon La linea diretta con la nostra esca!!! Abbiamo bisogno di percepire pesi esigui ed esili mangiate, serve un fluorocarbon resistente e invisibile in acqua. T.O.W. FNSS Fluorocarbon è tutto questo ed è tutto ciò che meglio rappresenta le tecniche leggere come fluorocarbon. Resistenza al nodo, resistenza alle abrasioni del fondale, invisibilità in acqua e prezzo ineguagliabile fanno del T.O.W. FNSS Fluorocarbon un punto di riferimento . T.O.W. è l’acronimo di Tugg Of Warr cioè tiro alla fune, ed è lo scopo per cui nasce. TOW Fnss Fluorocarbon ESCHE: Parlando di esche da abbinare alla nostra montatura abbiamo l’imbarazzo della scelta. Personalmente prediligo imitazioni di gamberi o piccole creature, come possono essere i Reins Ax Craw Mini e i Reins Tiny Hog disponibili tutti e due nella misura di 2” che ben si adattano all’amo che andremo ad utilizzare. La particolarità di queste esche è che il grande volume e l’effetto visivo sono dovuti principalmente a tutta una serie di appendici mobili e chele vibranti, il corpo dell’esca è invece compatto e ben inserito nella montatura, queste caratteristiche ci garantiranno grandi capacità adescanti e maggiori possibilità di strike in caso di mangiata. In periodi di minore attività è utile ricorrere ad esche più compatte, piccoli shad o vermi dritti come  Reins Aji Caro Swamp o Damiki I Grub per sollecitare prede in stato letargico o di riposo, non dimentichiamo infatti che stiamo pescando dentro gli ammassi rocciosi, nelle vere e proprie tane delle nostre prede che potrebbero trovarsi lì solo per cercare riparo e difesa dai predatori, un esca troppo invasiva potrebbe scatenare la fuga al contrario di quanto potremmo aspettarci. Reins Damiki AZIONE DI PESCA: L’azione di pesca è relativamente semplice, il Light Texas rig si adatta a ogni ambiente e ogni condizione in cui dobbiamo pescare a stretto contatto con il fondo; tuttavia nella pesca in tana dà il meglio di se e risulta ineguagliabile rispetto ad altre tecniche. Caleremo la nostra insidia tra gli ammassi rocciosi sia artificiali che naturali cercando di scendere ed entrare il più possibile, fondamentale non perdere mai contatto con l’esca anche durante la discesa, l’attacco potrebbe avvenire in ogni momento soprattutto appena tocca il fondo. Se non avvertiamo mangiate iniziamo ad animare l’esca in modo da imprimere piccoli saltelli, l’impatto del piombo sulla roccia è infatti uno dei maggiori richiami nel buio degli anfratti . Avvertito l’attacco bisogna ferrare in modo deciso e non lasciare neanche un centimetro al nostro avversario che tenterà di arroccarsi nel suo rifugio. Light Texas ghiozzo E adesso “imbucatevi” nel Light Texas rig. Tommaso Bargellini Black Flagg Syndicate

Una Serata “Controcorrente”

Le condizioni meteo mi hanno costretto ad una lunga pausa invernale durata circa un mese e mezzo, gennaio è stato un susseguirsi di perturbazioni ed il mare è sempre rimasto in pessime condizioni.
Ieri ho finalmente interrotto il digiuno, una serata di mare calmo, in assenza di vento, mi ha fatto passare una splendida pescata, corredata da un paio di catture nella media.

Img1

Oggi sono riuscito a trovare una scappatoia per approfittare della serata, visto che da domani le condizioni peggioreranno nuovamente.
Arrivo nello spot verso le 18:00, sta per calare la notte, sono leggermente in ritardo, ho perso il cala sole, ma bisogna fare di necessità virtù.
Le condizioni sono peggiori di quanto previsto, un teso vento frontale di levante, gelido come la neve, mi penetra le ossa. Il cielo è cupo, completamente coperto dalle nubi. Il mare è leggermente formato, le onde sono di dimensioni apprezzabili e creano una bella schiuma corposa. Condizioni ideali per uno Spinning leggero, vento a parte, ma non si prestano certo ad una battuta ad Eging.
La spiaggia è quasi deserta, avvisto solo due tipi a distanza considerevole che tentano di pescare, probabilmente stanno già provando da un’ora buona.
La voglia di pescare è tanta, so bene che non avrò altre occasioni per una settimana buona, domani è previsto un forte peggioramento e decido di tentare ugualmente. Intanto mi accorgo che i due tipi si arrendono e decidono di levare le tende, probabilmente perché stremati dal vento.
Al primo lancio mi accordo subito che gli Egi normali non riescono a raggiungere una distanza soddisfacente, inoltre la corrente peggiora le cose trascinando l’Egi verso sinistra, costringendomi a pescare in diagonale. Molti si sarebbero arresi alle condizioni meteo marine, me compreso, se non fosse stato per il mio asso nella manica: Sumizoku 3.5 Deep.
Questa Totanara è pensata per lavorare con batimetrie importanti, l’ho usata con ottimi risultati dalla barca, senza aggiungere nessun tipo di sinker. Malgrado i suoi 25 grammi che le conferiscono un assetto decisamente affondante, mantiene buona reazione alla jerkata ed un movimento naturale molto adescante. Non amo gli Egi del 3.5, tant’è che quando scelgo questa misura passo direttamente al modello deep, tuttavia devo riconoscere che in più di un occasione hanno selezionato le dimensioni della preda portandomi spesso a catture importanti.
Grazie alla mia VE-33OR riesco a sostenere l’azione di pesca. L’Egi buca la forte opposizione del vento frontale, raggiungendo la distanza di 35/40 m. Il suo affondamento veloce impedisce al vento di trascinare il filo che resta al di fuori dell’acqua nella fase di lancio e mi permette di entrare velocemente in pesca. La sua velocità di affondamento si oppone alla corrente laterale ed una volta raggiunto il fondo mi permette di ridurre drasticamente la diagonale che tende a formare il trecciato in queste condizioni. In queste situazioni le Sumizoku Deep del 3.5 hanno un alto potere adescante perché traggono vantaggio dalla corrente laterale. Durante la permanenza sul fondo, questa innesca sull’egi un movimento ondulante estremamente naturale, corrente che su un egi della serie normal ha l’effetto negativo di una deriva troppo veloce.

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Passa una buona oretta di tentativi infruttuosi, ma intanto il vento diminuisce la sua intensità e la pesca diventa decisamente più piacevole. Continuo ad utilizzare la mia Deep che adesso raggiunge distanze maggiori e mi consente di esercitare un raggio d’azione più ampio.
Carico la mia St.Croix Eyecon ECS70MLF ed effettuo un bel lancio lungo e pulito, attendo che il mio Egi raggiunga il fondo, stimato intorno agli 8 m, ed inizio il recupero. Qualche jerkata, seguita dalla solita pausa… tendo il filo ed avverto una leggera resistenza. Ad una mano inesperta potrebbe sembrare una piccola asperità del fondale che oppone resistenza all’avanzamento dell’Egi, ma io so bene che non è così. Forse un Polpo (Octopus vulgaris) che allunga uno dei suoi sinuosi tentacoli per cercare di catturare la sua preda, o forse si tratta di una grossa Seppia (Sephia oficinalis) che sosta invisibile a pochi centimetri dalla mia esca e che ne tasta la consistenza. E’ possibile, ma probabilmente è la preda principe di questa tecnica, la più divertente, il Calamaro (Loligo vulgaris). Non importa se ti trovi a decine di metri da me ed a diversi metri dalla superficie, hai perso il tuo vantaggio, so bene che ci sei. Una, due, tre pennellate della mia St.Croix Eyecon innescano la danza letale ed irresistibile dell’Egi, qualche scatto della frizione mi garantisce che l’esca si muove con estrema naturalezza. La trappola è tesa!
Appena due o tre secondi di pausa, tendo con estrema delicatezza il trecciato e sento il suo abbraccio letale, un colpo ben assestato e ferro il predatore che in una frazione di secondo è divenuto preda. Il Calamaro è di buona stazza, è scaltro, cosa credi? Altrimenti non si raggiungono certe dimensioni! Ha già capito l’inganno, lancia la sua nuvola d’inchiostro ed inizia a pompare il suo sifone per fuggire nel blu. Mi dispiace per lui, ma non gli servirà, le spugnette della mia Sumizoku sono affilatissime ed hanno penetrato a fondo la sua carne tenera e delicata. La mia St.Croix Eyecon gli mostra il suo lato dolce, la sua vetta sensibile e progressiva che asseconda le sue pompate ad hoc, intanto io allento la frizione e lascio che la preda prenda qualche metro di lenza. E’ veramente imbufalito e bisogna lasciare che sfoghi la sua ira. Inizio il recupero pompando la canna, ispiro il mio movimento al suo ritmo di nuoto, il mio braccio gli mostra il lato amaro della mia St.Croix Eyecon, la sua robusta schiena! Mi guardo intorno alla ricerca di un punto di uscita , mi sposto di qualche metro a destra e continuo il recupero in diagonale. Grazie al mio trecciato T.O.W. R.E.A.L. PE 4capi multicolor mi accorgo che l’azione di recupero è quasi terminata ed a circa 15 metri dal terminale eseguo uno spostamento correttivo a sinistra per guadagnare una posizione frontale rispetto alla preda. Mi trovo in una posizione svantaggiata, il vento teso fin dalla notte avanti ed il mare formato hanno creato un gradino alto circa 70 cm nel bagnasciuga ed io sono senza stivali. Recupero i metri restanti e sento la forte resistenza della risacca, è il momento di fare una pausa, attendo l’onda successiva ed accelero il recupero al massimo lasciando che l’onda spiaggi per me la preda che resta in bilico a solo 10 cm dalla vetta del gradino di ciottoli. Attendo paziente con il filo appena in tensione l’onda successiva, ma è troppo debole e lavora a favore del calamaro, facendogli guadagnare alcuni centimetri verso il mare. E’ il momento di osare, abbasso la vetta della canna fino a portarla parallela alla spiaggia e gli mostro la grande riserva di potenza della mia St.Croix Eyecon. La salda presa del mio Egi non viene meno e mi permette di terminare il recupero in tutta sicurezza.
Accendo finalmente la lampada e godo della vista di un esemplare bellissimo dal colore porpora vivido, stimato sul chilogrammo, l’egi è agganciato tra i tentacoli corti ed è penetrato a fondo con entrambe le corone. Seguono le foto di rito ed un difficoltoso autoscatto che alla fine è risultato fuori fuoco 😦 .

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La pescata è proseguita per un’oretta senza altri risultati, ma ero ugualmente soddisfatto . In questo periodo della stagione i calamari diventano di taglia maggiore, ma il numero di catture diminuisce drasticamente, tuttavia il divertimento e la soddisfazione di una cattura di taglia ripaga largamente la mancanza di quantità. Grazie alla mia attrezzatura impeccabile, ed all’attenzione che ho prestato nelle fasi di preparazione e pianificazione della battuta, sono riuscito a realizzare l’occasione che il mare mi ha offerto, non c’è soddisfazione più grande.

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L’Eging è una tecnica che mette a dura prova l’attrezzatura, il terminale in fluorcarbon dello 0,22 mm e lo spezzone di trecciato che lo segue dal diametro di 0.8/1.0 PE, viene letteralmente macinato dai continui recuperi a contatto con il fondo. Per questo motivo bisogna optare per fili di alta qualità e la mia scelta non poteva che ricadere sul T.O.W. FNSS Fluorocarbon da 8 lb per la realizzazione del terminale. Come trecciato ho optato per il T.O.W. R.E.A.L. PE 4capi da 13 lb, un trecciato multicolor a 4 capi ideato per tutte le tecniche di pesca Light ma che richiedono sensibilità e robustezza, un trecciato dal carico e dalla longevità impressionante. A completare il tutto un moschettone Damiki Double Lock Snap, misura #0. Questi moschettoncini hanno un’anima veramente sottile che unita alla loro dimensione ridotta li rende ideali per agganciare l’Egi senza ostacolarne il movimento. Sono veramente veloci da aprire e chiudere, qualità che rende semplice i cambi di artificiale, garantendo sempre un’ottima tenuta.

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A tutti coloro che storcono il naso per l’assetto troppo leggero, voglio ricordare la mia cattura più importante dell’anno, un bestione di 2 chilogrammi che ho lavorato senza problemi. Potete osservarlo nelle ultime tre foto (inedite) dell’articolo. La foto pubblicata all’epoca della cattura la conoscete già, ma per chi non l’avesse vista ecco il link.

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Tonino Grillo

T2 Tribe

Il post apertura

Reduci da poco dalla fatidica apertura della trota, che più che una vera uscita di pesca spesso si trasforma in rito propiziatorio, molti di noi, amanti dei piccoli torrenti e dei rii, avranno già fatto i conti con la scarsa attività dei nostri amici salmonidi in questo periodo. Per quanto nei grossi torrenti di fondo valle e fiumi, il periodo post-frega possa regalare delle soddisfazioni, in ambienti più ristretti e con un portata d’acqua nettamente inferiore la situazione risulta differente. Come affrontare questo periodo, tecnicamente parlando? Quali le attrezzature? Proverò a rispondere in maniera veloce e chiara affidandomi a quel po’ di esperienza che ho potuto fare negli ultimi anni in questa tipologia di ambienti.

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TECNICA ED ATTREZZATURA
Come noi tutti ben sappiamo lo spinning alla trota è una tecnica decisamente dinamica, spesso molto veloce, con rapidi spostamenti e lanci precisi caratterizzati da recuperi altrettanto ”allegri”. Come molti di noi avranno sperimentato, soprattutto nei piccoli corsi d’acqua, difficilmente avremo delle catture dopo i primi due\tre lanci (se ben piazzati ovviamente); in questa stagione però la situazione ambientale e l’attività dei pinnuti ci porteranno a modificare in nostro abituale approccio di pesca. L’attrezzatura in compenso non dovrà subire particolari cambiamenti. Una regola sicuramente valida in questo periodo è di non soffermarsi ai primi lanci ma sondare al meglio ogni nicchia, ogni pozza e ogni possibile nascondiglio del corso d’acqua. Per far ciò bisogna poter contare su attrezzi sensibili ma che allo stesso tempo ci possano garantire un’ottima reattività in ferrata; da poco ho trovato nella mia St.Croix Trout Series TSS64LF2 lunga 6’4″ con grammatura di lancio fino a 1/4 oz (circa 7 grammi), la compagna ideale per questa tipologia di pesca. I tiri dovranno essere precisi e questa canna, grazie alla particolare disposizione degli anelli, permette di direzionare al meglio la nostra esca; inoltre per quanto il grezzo sia sottile e leggero possiede una buona riserva di potenza che potrà sempre tornarci utile nel caso di pesci importanti.

b4Altro accorgimento che potrà fare la differenza sarà la tipologia di recupero. Di norma, in periodi di attività, il recupero veloce a favore di corrente sarà la soluzione più classica sia che si tratti di correntini, di buche o lame profonde; i pesci però in questa stagione tenderanno a stazionare sul fondo, spesso al riparo di strutture quali possono essere massi, piccole massicciate, vecchi muretti scavati dalla corrente, ecc… Con pesci nascosti e apatici spetterà dunque a noi far arrivare l’esca il più vicino possibile a loro e soprattutto cercare di farla stazionare di più nei pressi di presunti nascondigli per poter dare il tempo alla trota di venirsela a prendere senza troppo sforzo, sia che sia mossa da fame piuttosto che da semplice territorialità. Detto ciò, affrontiamo la scelta delle esche: personalmente uso molto i cucchiaini, nello specifico i Black Flagg BackDrop Spin nei numeri dell’ #1 e del #2. Disponendo di un’ampia gamma di colori dovremo valutare noi in base alla nostra esperienza quale sarà quello vincente per un determinato spot. La particolare forma della paletta a goccia e il peso di questi artificiali li rendono particolarmente adatti al tipo di pesca sopra citato, permettendoci di stare in pesca vicino al fondo e passare il più vicino possibile alle nostre prede.

b1Anche piccoli crank come i Damiki MU 45, nella versione Slow sinking o Suspending, risulteranno vincenti soprattutto recuperati con piccoli scatti e pause abbondanti. Per quanto riguarda la lenza la nostra scelta potrà ricadere sostanzialmente su due tipologie: fluorocarbon o trecciato. Con pesci che di norma non richiedo particolari sforzi per essere salpati, viste le dimensioni ridotte degli spot, preferire l’una piuttosto che l’altra tipologia di lenza madre non creerà sostanziali cambiamenti nel risultato finale; personalmente mi sento di consigliarvi il T.O.W FNSS Fluorocarbon sia come spezzone finale sia come lenza madre. Viste le doti di invisibilità quasi totale e buona reattività in ferrata sarà la soluzione ideale per cercare di ingannare qualche trota diffidente e\o apatica.
Sicuramente questo periodo non sarà particolarmente ricco di movimento e soprattutto di catture, proprio per questo motivo però, credo che sia il momento che più possa mettere alla prova le nostre capacità tecniche, la nostra esperienza e la conoscenza di uno spot. Con queste premesse anche la più piccola trota sarà un enorme ricompensa e ci ripagherà di tutti gli sforzi fatti!

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Maurice Loic Mingozzi

T2 Tribe.

Light Vertical Game 2.0

Continuano gli esperimenti con la tecnica light in verticale con risultati sempre positivi, se vi siete persi la prima parte potete leggervi l’articolo cliccando il link qui a fianco LIGHT VERTICAL GAME

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La premessa è la stessa, il Light Vertical Game (L.V.G.) non mira a sostituire le tecniche destinate a pesci di mole importante, insidiabili dalla barca, quando sussistono le condizioni ideali; piuttosto è un’ approccio molto divertente ed utile quando si hanno condizioni di mare estremamente calmo con corrente assente e pesce decisamente apatico.

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Le profondità alle quali abbiamo applicato questo approccio variano dai -30m ai -60m su fondali misti fango-roccia. Sintetizzando al massimo, le soluzioni tecniche sono due che in ogni caso prevedono l’utilizzo del Damiki Mausrin (14gr o 21 gr) oppure del Damiki Big Mausrin (30-40-50 gr). La prima soluzione prevede l’utilizzo del corpo in piombo dell’artificiale privato degli skirt e dell’assist, che verranno sostituiti da una girella a cui legheremo un corto finale in fluorcarbon di ottima qualità ed un’ amo di misura idonea all’innesco di una piccola gomma da light da 2” o 3”; io mi sono trovato particolarmente bene con le soft bait della Reins e della Keitech che grazie alla loro mescola morbida e aromatizzata risultano irresistibili sia per i grufolatori che per i predatori. Aji Caro Swamp, Micro G-Tail Saturn 2″, Easy Shiner, Swing Impact sono solo alcuni dei modelli che hanno catturato in maniera costante, ma ciascuno saprà trovare la sua preferita tra la vasta gamma. Il movimento da imprimere una volta arrivati sul fondo è piuttosto lento e morbido in risalita per alcuni metri. I flash del corpo metallico del Damiki Mausrin attirano da lontano il pesce e la piccola gomma flottante fa il resto.

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La seconda soluzione prevede l’utilizzo del  Damiki Mausrin e del Damiki Big Mausrin così come è montato, con la sola accortezza di aggiungere una gommina calzandola direttamente sull’amo dell’assist per aggiungere volume e movimento alla presentazione. L’efficacia è simile alla precedente ma spesso si riesce a selezionare qualche predatore più aggressivo e di taglia più considerevole. Il recupero può essere anche un po’ vivace e ci si può staccare diversi metri dal fondo.

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L’attrezzatura riveste un tassello importante per applicare il L.V.G. in maniera corretta. Giocoforza dovremo ricorrere a libbraggi sottodimensionati, che fanno quasi spavento per un’ utilizzo da natante. Come treccia ho avuto la fortuna di utilizzare il T.O.W. R.E.A.L. PE4 9LB che grazie al suo diametro sottile taglia l’acqua in maniera spettacolare (cosa indispensabile per pescare in profondità con pesi esigui), ed in più ha dimostrato sul campo una resistenza alla trazione davvero notevole. Come terminale impiego l’ormai super-collaudato T.O.W. FNSS Fluorcarbon da 8lbDSC_7138 - Cook

La canna che andremo ad utilizzare deve avere grandi doti di sensibilità, soprattutto nella vetta, per muovere in maniera sinuosa ed adescante la nostra insidia; ma allo stesso tempo deve avere un fusto capace di contrastare le potenti fughe del pesce allamato. Io ho trovato la mia “partner” ideale nella St.Croix Legend Tournament Walleye, precisamente la LTWS70LF (che utilizzo con soddisfazione anche a light dalla costa) ed ha dimostrato prestazioni e doti di affidabilità ben al di sopra del suo target. Comunque anche nella serie St.Croix Eyecon vi sono alcuni modelli che si prestano egregiamente. Vi consiglio di provare il L.V.G. , e se all’inizio vi sembrerà un po’ difficile da applicare, dopo poco vi renderete conto che avrete una bella mossa da giocarvi in mare. E quando, dopo l’attacco di un bel pesce e 5 minuti di pura follia e divertimento durante il combattimento, porterete la vostra preda a tiro di guadino, vi renderete conto di aver realizzato una cattura speciale, che accompagnerà per sempre i vostri ricordi di pesca.

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Francesco Li Bianchi

Legend Extreme Inshore XIS70MLF…. Spigole in leggerezza

Per Natale mi sono trattato bene, mi sono regalato la St.Croix Legend Xtreme Inshore XIS70MLF.
Volevo una canna da Spigola leggera, ovviamente piacevole da utilizzare e non in ultimo bella da vedere, da utilizzare prevalentemente in foce o porto ma che non disdegnasse nemmeno gli spazi aperti.

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Senza nemmeno pensarci troppo la scelta è ricaduta subito sulle bianche Legend Extreme Inshore. I problemi sono però arrivati nel momento di scegliere il modello; in effetti i dubbi su quale tra le tre versioni disponibili scegliere mi ha dato da pensare per diversi giorni…
In particolare l’indecisione verteva sulla XIS70MLF (la 1/2oz) e la XIS70MF (la 3/4oz). Ho cercato aiuto in rete, ma, vuoi perché la serie è relativamente nuova, non ho trovato nulla che potesse illuminarmi nella scelta. Così, un po’ alla cieca ed incrociando le dita, ho ordinato la mezz’oncia.

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Che dire, adesso dopo averla usata in diverse occasioni, la scelta è stata quantomeno azzeccata. Sperando di fare cosa gradita a chi, come me, avrà il piacevole dilemma della scelta tra questi due gioiellini vi racconto la mia esperienza.

legend extreme inshore st croix rod spinning casting t2 black flag blackflag raw fishing saltwaterLa St.Croix Legend Xtreme Inshore XIS70MLF (7’ per 1/2oz di c.w. massimo, azione fast, power medium/light) è la “piccolina” della serie Legend Xtreme Inshore (che prevede anche una 3/4oz, una 1 1/4oz e 1 1/4oz in versione da casting) ed è a mio avviso perfetta per la pesca alla spigola con hard bait. Il suo range ottimale che va dalle piccole esche da 5/6cm fino ai 12cm, spingendosi in determinate condizioni anche anche 14cm (ho pescato tranquillamente con un Duo Tide Slim 140). La mezz’oncia dichiarata è quindi realissima.

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Non è una canna da gomma, ma alla fine, quando è stato necessario si è adattata allo scopo sufficientemente bene, soprattutto con Shad montati su Jig head con amo esposto (nello specifico Keitech Swing Impact su Damiki Viper Jig Head).

L’azione è fast ma la canna non risulta affatto troppo “rigida”; aspetto secondo me fondamentale quando si è alla ricerca di questo predatore che, come sappiamo, è caratterizzato da un apparato boccale tutto sommato delicato: considerando la già violenta mangiata della Spigola, con canne troppo rigide e magari una ferrata un pelo troppo decisa rischieremmo di strappare letteralmente l’esca dalla bocca del pesce.

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Questa sua peculiarità è dovuta all’assemblaggio con due tipologie di grafite: super alto modulo SCVI nella parte bassa per la massima potenza e forza con un ridotto peso e grafite alto modulo SCV nella parte alta per avere forza, sensibilità.

E’ una canna davvero molto sensibile sia per le caratteristiche intrinseche del fusto, come appena detto, che per il particolare design dell’impugnatura realizzata in materiale Xtreme Skin (antiscivolo, idrorepellente, facile da pulire nonché, come già detto, molto molto sensibile) che trasmette al pescatore ogni più infinitesimale vibrazione.

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Infine, ma non per importanza, monta anelli Kigan Master Hand Zero Tangle con ponte in titanio e pietra in zirconio, quindi anti salsedine.

Con il pesce in canna è strepitosa, asseconda benissimo le testate della spigola per mantenendo potenza sulla schiena, fa subito capire al pesce chi è che comanda! Curva bellissima!

Bellissima canna davvero, usata in porto da terra e dalla barca, sulle scogliere foranee dei porti, anche con mare abbastanza formato, sì è sempre dimostrata all’altezza del suo compito. Consigliatissima!

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Probabilmente la “sorellina maggiore” (che ho solo sbacchettato in negozio e non posso certo dire di conoscerla) è più utile per situazioni in cui si è più a “rischio” di incontrare anche altri predatori come Serra e Barracuda. Ma per le Spigole

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Luca Lorenzini
T2 Tribe

Time to Eging Game

Come molti sapranno, l’Eging altro non è che la nuova tipologia di pesca ai Cefalopodi che ci è stata “confezionata e spedita” oramai da qualche anno in Italia dai nostri amici del Sol Levante. Si può praticare praticamente tutto l’anno ma i periodi più proficui sono i mesi freddi che vanno da metà settembre a febbraio, ma che oramai a causa dei cambiamenti climatici spesso si prolunga fino a marzo/aprile senza problemi.

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Ma vediamo nello specifico cos’è e come si compone l’Eging.

Le prede:
le prede insidiabili sono prettamente Calamari (Loligo vulgaris), Seppie (Sepia officinalis), ma può capitare anche qualche Polpo (Octopus vulgaris) e più raramente qualche Totano (Todarodes sagittatus).

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Dove e quando:
gli spot migliori per praticare questa tipologia di pesca sono soprattutto spiagge e scogliere. Per la Seppia (Sepia officinalis) è preferibile il fondale sabbioso. Per il Calamaro (Loligo vulgaris) invece spot con batimetriche importanti faranno al caso nostro in quanto questo Cefalopode a differenza di Seppie e Polpi non stazione sul fondale, ma si può trovare in diverse fasce d’acqua. Un accorgimento, soprattutto per quanto riguarda il Calamaro è di prediligere zone illuminate artificialmente nella fascia d’orario notturna in quanto sotto fonti luminose spesso e volentieri si raccolgono i Sugarelli (Trachurus trachurus) che sono le prede predilette dei nostri amici tentacolati.

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Come insidiarli:
le nostre armi in dotazione saranno gli Egi, simulacri di “gamberoni” dai svariati colori e dalle diverse caratteristi sia di fluorescenza che di affondamento. Io personalmente predilgo i Sumizoku della Harimitsu

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ma quest’anno grazie a T2 Distribution ho potuto provare con successo anche i Reins Ikazuti.

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Esistono diverse taglie per gli Egi, dai i 2.0 sino ai 4.0 ma di norma le dimensioni più utilizzate oscillano fra il 2.5 e i 3.5 sempre in relazione al periodo in cui peschiamo. A Settembre sarà preferibile fermarsi sulla taglia 2.5 in quanto i Cefalopodi presenti in questo mese saranno di dimensioni contenute, mentre nei mesi seguenti saliremo adattandoci alla crescita delle prede.

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Se ricerchiamo le Seppie o i Polpi dovremo far lavorare il nostro Egi a fondo facendolo strisciare con un recupero lento;

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mentre per quanto riguarda il Calamaro prima di tutto dobbiamo individuare in quale fascia d’acqua staziona. Io utilizzo un trucco che per me è fondamentale anche nello Shore jigging; dal momento che l’Egi tocca l’acqua inizio a contare e mi fermo a diversi partendo da dieci così che da fermare l’esca a diverse profondità e poter sondare dalla superficie al fondale. Un recupero medio e qualche jerkata morbida ma reattiva a canna alta faranno al caso nostro per adescare il Calamaro.

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*Attenti alla frizione! Cercate di mantenere una frizione ben tarata perché sulla ferrata e sulle partenze il Cefalopode potrebbe stapparsi!!! Ricordate che il cestello dell’Egi possiede aghi senza ardiglione e i Cefalopodi hanno carni molli che si strappano facilmente.

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Ultimi e fondamentali accorgimenti sono la canna, il terminale,la treccia e il moschettone da utilizzare.

Personalmente uso una St.Croix Eyecon ECS76MLXF, con un range di lancio fino a 3/8oz.

La trovo una canna eccezionale poichè la sua azione progressiva fa in modo non si strappino i Cefalopodi agganciati, durante il recupero, mentre l’ottima sensibilità è fa si che si percepisca perfettamente l’esca, il fondale, e gli attacchi.  Il fusto a parer mio ha una discreta potenza con cui riesco a spingere nel lancio permettendo di raggiungere distanze notevoli.

Sul mulinello monto il  TOW R.E.A.L. PE 4 capi da 9 lbs o un YGK G-Soul x3 da 8 lbs (il diametro della treccia lo scelgo in base alla distanza e all’affondamento degli Egi che andrò ad utilizzare). Collego alla treccia, tramite il nodo Tony Peña il TOW FNSS Fluorocarbon da 6 o 7 lbs (in relazione al diametro della treccia che sto usando) e collego la mia esca con un moschettone Damiki Double Lock Snap #00, tutto ciò chiuderà il quadro che ci garantirà un ottima pescata ad Eging game!

IMG_7017Un saluto dalla Calabria il vostro

Angelo Scopelliti a.k.a. Ngiulo Sparrow Pequeno

T2 Tribe.