Le condizioni meteo mi hanno costretto ad una lunga pausa invernale durata circa un mese e mezzo, gennaio è stato un susseguirsi di perturbazioni ed il mare è sempre rimasto in pessime condizioni.
Ieri ho finalmente interrotto il digiuno, una serata di mare calmo, in assenza di vento, mi ha fatto passare una splendida pescata, corredata da un paio di catture nella media.
Oggi sono riuscito a trovare una scappatoia per approfittare della serata, visto che da domani le condizioni peggioreranno nuovamente.
Arrivo nello spot verso le 18:00, sta per calare la notte, sono leggermente in ritardo, ho perso il cala sole, ma bisogna fare di necessità virtù.
Le condizioni sono peggiori di quanto previsto, un teso vento frontale di levante, gelido come la neve, mi penetra le ossa. Il cielo è cupo, completamente coperto dalle nubi. Il mare è leggermente formato, le onde sono di dimensioni apprezzabili e creano una bella schiuma corposa. Condizioni ideali per uno Spinning leggero, vento a parte, ma non si prestano certo ad una battuta ad Eging.
La spiaggia è quasi deserta, avvisto solo due tipi a distanza considerevole che tentano di pescare, probabilmente stanno già provando da un’ora buona.
La voglia di pescare è tanta, so bene che non avrò altre occasioni per una settimana buona, domani è previsto un forte peggioramento e decido di tentare ugualmente. Intanto mi accorgo che i due tipi si arrendono e decidono di levare le tende, probabilmente perché stremati dal vento.
Al primo lancio mi accordo subito che gli Egi normali non riescono a raggiungere una distanza soddisfacente, inoltre la corrente peggiora le cose trascinando l’Egi verso sinistra, costringendomi a pescare in diagonale. Molti si sarebbero arresi alle condizioni meteo marine, me compreso, se non fosse stato per il mio asso nella manica: Sumizoku 3.5 Deep.
Questa Totanara è pensata per lavorare con batimetrie importanti, l’ho usata con ottimi risultati dalla barca, senza aggiungere nessun tipo di sinker. Malgrado i suoi 25 grammi che le conferiscono un assetto decisamente affondante, mantiene buona reazione alla jerkata ed un movimento naturale molto adescante. Non amo gli Egi del 3.5, tant’è che quando scelgo questa misura passo direttamente al modello deep, tuttavia devo riconoscere che in più di un occasione hanno selezionato le dimensioni della preda portandomi spesso a catture importanti.
Grazie alla mia VE-33OR riesco a sostenere l’azione di pesca. L’Egi buca la forte opposizione del vento frontale, raggiungendo la distanza di 35/40 m. Il suo affondamento veloce impedisce al vento di trascinare il filo che resta al di fuori dell’acqua nella fase di lancio e mi permette di entrare velocemente in pesca. La sua velocità di affondamento si oppone alla corrente laterale ed una volta raggiunto il fondo mi permette di ridurre drasticamente la diagonale che tende a formare il trecciato in queste condizioni. In queste situazioni le Sumizoku Deep del 3.5 hanno un alto potere adescante perché traggono vantaggio dalla corrente laterale. Durante la permanenza sul fondo, questa innesca sull’egi un movimento ondulante estremamente naturale, corrente che su un egi della serie normal ha l’effetto negativo di una deriva troppo veloce.
Passa una buona oretta di tentativi infruttuosi, ma intanto il vento diminuisce la sua intensità e la pesca diventa decisamente più piacevole. Continuo ad utilizzare la mia Deep che adesso raggiunge distanze maggiori e mi consente di esercitare un raggio d’azione più ampio.
Carico la mia St.Croix Eyecon ECS70MLF ed effettuo un bel lancio lungo e pulito, attendo che il mio Egi raggiunga il fondo, stimato intorno agli 8 m, ed inizio il recupero. Qualche jerkata, seguita dalla solita pausa… tendo il filo ed avverto una leggera resistenza. Ad una mano inesperta potrebbe sembrare una piccola asperità del fondale che oppone resistenza all’avanzamento dell’Egi, ma io so bene che non è così. Forse un Polpo (Octopus vulgaris) che allunga uno dei suoi sinuosi tentacoli per cercare di catturare la sua preda, o forse si tratta di una grossa Seppia (Sephia oficinalis) che sosta invisibile a pochi centimetri dalla mia esca e che ne tasta la consistenza. E’ possibile, ma probabilmente è la preda principe di questa tecnica, la più divertente, il Calamaro (Loligo vulgaris). Non importa se ti trovi a decine di metri da me ed a diversi metri dalla superficie, hai perso il tuo vantaggio, so bene che ci sei. Una, due, tre pennellate della mia St.Croix Eyecon innescano la danza letale ed irresistibile dell’Egi, qualche scatto della frizione mi garantisce che l’esca si muove con estrema naturalezza. La trappola è tesa!
Appena due o tre secondi di pausa, tendo con estrema delicatezza il trecciato e sento il suo abbraccio letale, un colpo ben assestato e ferro il predatore che in una frazione di secondo è divenuto preda. Il Calamaro è di buona stazza, è scaltro, cosa credi? Altrimenti non si raggiungono certe dimensioni! Ha già capito l’inganno, lancia la sua nuvola d’inchiostro ed inizia a pompare il suo sifone per fuggire nel blu. Mi dispiace per lui, ma non gli servirà, le spugnette della mia Sumizoku sono affilatissime ed hanno penetrato a fondo la sua carne tenera e delicata. La mia St.Croix Eyecon gli mostra il suo lato dolce, la sua vetta sensibile e progressiva che asseconda le sue pompate ad hoc, intanto io allento la frizione e lascio che la preda prenda qualche metro di lenza. E’ veramente imbufalito e bisogna lasciare che sfoghi la sua ira. Inizio il recupero pompando la canna, ispiro il mio movimento al suo ritmo di nuoto, il mio braccio gli mostra il lato amaro della mia St.Croix Eyecon, la sua robusta schiena! Mi guardo intorno alla ricerca di un punto di uscita , mi sposto di qualche metro a destra e continuo il recupero in diagonale. Grazie al mio trecciato T.O.W. R.E.A.L. PE 4capi multicolor mi accorgo che l’azione di recupero è quasi terminata ed a circa 15 metri dal terminale eseguo uno spostamento correttivo a sinistra per guadagnare una posizione frontale rispetto alla preda. Mi trovo in una posizione svantaggiata, il vento teso fin dalla notte avanti ed il mare formato hanno creato un gradino alto circa 70 cm nel bagnasciuga ed io sono senza stivali. Recupero i metri restanti e sento la forte resistenza della risacca, è il momento di fare una pausa, attendo l’onda successiva ed accelero il recupero al massimo lasciando che l’onda spiaggi per me la preda che resta in bilico a solo 10 cm dalla vetta del gradino di ciottoli. Attendo paziente con il filo appena in tensione l’onda successiva, ma è troppo debole e lavora a favore del calamaro, facendogli guadagnare alcuni centimetri verso il mare. E’ il momento di osare, abbasso la vetta della canna fino a portarla parallela alla spiaggia e gli mostro la grande riserva di potenza della mia St.Croix Eyecon. La salda presa del mio Egi non viene meno e mi permette di terminare il recupero in tutta sicurezza.
Accendo finalmente la lampada e godo della vista di un esemplare bellissimo dal colore porpora vivido, stimato sul chilogrammo, l’egi è agganciato tra i tentacoli corti ed è penetrato a fondo con entrambe le corone. Seguono le foto di rito ed un difficoltoso autoscatto che alla fine è risultato fuori fuoco 😦 .
La pescata è proseguita per un’oretta senza altri risultati, ma ero ugualmente soddisfatto . In questo periodo della stagione i calamari diventano di taglia maggiore, ma il numero di catture diminuisce drasticamente, tuttavia il divertimento e la soddisfazione di una cattura di taglia ripaga largamente la mancanza di quantità. Grazie alla mia attrezzatura impeccabile, ed all’attenzione che ho prestato nelle fasi di preparazione e pianificazione della battuta, sono riuscito a realizzare l’occasione che il mare mi ha offerto, non c’è soddisfazione più grande.
L’Eging è una tecnica che mette a dura prova l’attrezzatura, il terminale in fluorcarbon dello 0,22 mm e lo spezzone di trecciato che lo segue dal diametro di 0.8/1.0 PE, viene letteralmente macinato dai continui recuperi a contatto con il fondo. Per questo motivo bisogna optare per fili di alta qualità e la mia scelta non poteva che ricadere sul T.O.W. FNSS Fluorocarbon da 8 lb per la realizzazione del terminale. Come trecciato ho optato per il T.O.W. R.E.A.L. PE 4capi da 13 lb, un trecciato multicolor a 4 capi ideato per tutte le tecniche di pesca Light ma che richiedono sensibilità e robustezza, un trecciato dal carico e dalla longevità impressionante. A completare il tutto un moschettone Damiki Double Lock Snap, misura #0. Questi moschettoncini hanno un’anima veramente sottile che unita alla loro dimensione ridotta li rende ideali per agganciare l’Egi senza ostacolarne il movimento. Sono veramente veloci da aprire e chiudere, qualità che rende semplice i cambi di artificiale, garantendo sempre un’ottima tenuta.
A tutti coloro che storcono il naso per l’assetto troppo leggero, voglio ricordare la mia cattura più importante dell’anno, un bestione di 2 chilogrammi che ho lavorato senza problemi. Potete osservarlo nelle ultime tre foto (inedite) dell’articolo. La foto pubblicata all’epoca della cattura la conoscete già, ma per chi non l’avesse vista ecco il link.
Tonino Grillo
T2 Tribe
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